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Vino, le cooperative viaggiano a pieno ritmo

Nell'ultimo anno l'incremento del fatturato e del valore aggiunto è stato del 10 per cento contro il 6,6 per cento di tutte le altre

Roma- Negli ultimi sei anni il fatturato e il valore aggiunto delle cooperative vitivinicole di Fedagri sono cresciuti del 20%. Se si prende in considerazione solo l’ultimo anno, nel 2012 l’incremento è stato del 10%, superando di gran lunga quello delle imprese non cooperative (+6,6%)”. A rilevarlo è un’analisi svolta da Nomisma Wine Monitor sui bilanci delle cooperative vitivinicole associate a Fedagri presentata oggi a Bevagna (Perugia) durante l’Assemblea nazionale del Settore Vino.

Negli ultimi tre anni in Italia i volumi di vino esportati si equivalgono a quelli consumati internamente: nel 2001 l’export rappresentava poco più della metà delle quantità di vino consumate in Italia. Ma negli ultimi due anni la “forbice” tra vino venduto all’estero e vino consumato in Italia si è chiusa, con esportazioni che si attestano intorno a i 22,5 milioni di ettolitri, con quantitativi analoghi ai volumi venduti sul mercato interno.

“Se migliaia di produttori vinicoli italiani di piccolissima dimensione sono riusciti a rimanere sul mercato - ha dichiarato il Presidente del Settore Vitivinicolo di Fedagri-Confcooperative Adriano Orsi - lo devono proprio alla cooperazione, in particolare a quella cooperazione che nel corso degli ultimi anni ha saputo internazionalizzarsi, cogliendo quelle opportunità importanti che soltanto imprese strutturate ed organizzate sono in grado di sfruttare”.
“Per avere margini di competitività è ormai divenuto indispensabile conquistare i mercati lontani”, ha spiegato il Vice Direttore di Confcooperative Fabiola Di Loreto. Gli ultimi dati sul consumo di vino in Italia confermano il trend negativo degli ultimi anni: negli ultimi sei mesi le vendite di vino nella GDO in Italia hanno subito un calo a volume del 7,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Si compra meno vino anche ai ristoranti, che registrano i cali più rilevanti”.

“L’estrema frammentazione della struttura produttiva del sistema vitivinicolo italiano – ha spiegato nel suo intervento il Direttore Generale Cavit Enrico Zanoni - ha comportato una sostanziale terziarizzazione della fase commerciale, gestita da operatori specializzati (Agenti ed Importatori) con forti competenze commerciali e conoscenze dei mercati. Eventuali sinergie commerciali tra imprese cooperative - ha concluso Zanoni - potrebbero portare ad un migliore controllo di filiera ed un possibile recupero di marginalità, ma avendo ben presente l’esistenza sul mercato di realtà distributive focalizzate e consolidate”.

in data:24/10/2013

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