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Yugo, la forza è nella normalità dello chef
Il ristorante, dall'estetica tipicamente newyorchese, continua a rimanere un punto di riferimento a Roma per quanto riguarda la cucina asiatica. Il locale è guidato dal giovane chef Massari con la supervisione dello stellato Genovese
Roma- Oltre all’alto livello culinario garantito dalla supervisione di un due stelle Michelin vale la pena di provarlo solo perché in cucina non si trova un residente chef dal look hipster, ma un cuoco super normale, anzi forse un po’ troppo timido. E di questi tempi non è poco visto il presidenzialismo mediatico degli chef. Non seguace delle tendenze, anomalo per il comportamento non da divo e per sua stessa amissione privo di tatuaggi Andrea Massari, classe’85, è dunque il volto e l’anima di Yugo, fusion bar romano (Largo Angelicum 2) nato dalla volontà dallo stellato Anthony Genovese (Il Pagliaccio) e di Maddalena Salerno e Marco Del Vescovo, imprenditori e ideatori di format e realtà food&beverage come Mézzi e Colbert Villa Medici e di Riccardo Sargeni e Gianluca Sette, soci di locali romani come CoHouse Pigneto e Terrazza San Pancrazio.
Il locale, dalla tipologia estetica newyorchese e aperto meno di un anno fa sotto al Rome Hotel Lexus, tra i Mercati di Traiano, il Quirinale e il rione Monti, propone una cucina d’autore legata all’Asia con cocktail studiati nei minimi dettagli accompagnati da una buona programmazione musicale. Tra le novità introdotte nell’ultimo periodo la possibilità di continuare a scegliere il menù in carta o di preferire una formula pranzo da un prezzo massimo che non supera i 25 euro per un costo base di 15 euro.
Certamente golosa e di qualità la proposta dal giovane cuoco Massari proveniente da esperienze in ristoranti stellati della penisola e da situazioni lavorative in Australia e Germania. Tra i piatti, preparati sotto la vigilanza dello chef Genovese, è da provare il Bun al vapore, granchio fritto e maionese al nero di seppia, piatto che forse riscuote il maggiore successo al palato. Interessanti sono anche le Spuntature di maiale al tamarindo con riso thai, i Rolls (maki di salmone piccante con mame-nori di soia, maki di ricciola e gel di limone, uramaki gambero rosso e spuma di burrata al cocco). Tra i dessert merita considerazione invece il Gelato allo zenzero e alla rosa. In una scala di valori poi sono senz’altro da gustare i Tataki di salmone, melograno e rapa rossa, i Dim di vitello, foglie, salsa di miso e senape (al vapore) e i Dim di maiale e verdure, cavolo rosso fermentato e daikon (alla piastra). L’unico neo forse il Polpo laccato agli agrumi, crema di patate e vaniglia, il piatto in ogni caso raggiunge la sufficienza.
Gianluca Pacella
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