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Una ricerca Aibi-Databank segnala una crescita del consumo di prodotti artigianali, soprattutto se confezionati dai panificatori. In calo i pasticcini e la biscotteria
04/10/2015 10:59
Consumatori italiani sempre più golosi della pasticceria artigianale. Le previsione per l’anno prevedono una crescita del settore dello 0,7 per cento. A stimarlo è un’ indagine Databank, voluta da Aibi l'Associazione Italiana Bakery Ingredients, che fotografa l'andamento del settore della panificazione e della pasticceria. Nel 2014 i consumi degli italiani si sono attestati su 562mila tonnellate (+0,5%). Secondo la ricerca negli ultimi anni, gli italiani hanno mostrato di preferire dolci di qualità ma più semplici, da gustare in momenti diversi della giornata, con grande attenzione al prezzo e alle occasioni di consumo. In funzione anti-spreco, si prediligono le monoporzioni e, per motivi dietetici, hanno sempre più successo le piccole grammature, ma non si rinuncia alla torta da ricorrenza e al prodotto legato alla festività.
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Un’indagine Doxa-Aidepi rivela l’opinione dei connazionali sull’informazione online relativa al cibo e indaga i falsi miti più diffusi in rete. La metà del campione afferma di non credere ciecamente a quello che legge, per il 17% il web è Vangelo
01/10/2015 13:35
Cibi dai poteri miracolosi o assolutamente dannosi. Diete che promettono dimagrimenti in tempi record e rimedi per qualunque esigenza. Il dibattito sul cibo è sempre più attuale e oggi vive e si alimenta in quella grande arena che è il web. E la bufala è dietro l’angolo: facile generarla ma difficilissimo annientarla, ad ogni latitudine. Anche i nostri connazionali non ne sono immuni. Per 4 italiani su 10 – rivela una ricerca realizzata da Doxa per conto di Aidepi (Associazione delle Industrie del Dolce e della Pasta Italiane) internet e social media sono la seconda fonte d’informazione più attendibile su cibo e dintorni.
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La rilevazione è dell'Osservatorio dell'azienda toscana Polli Cooking Lab. Gli acquisti più controllati sono le carni fresche (85%), il latte (77%) e la verdura (72%)
23/09/2015 19:13
Cresce nella penisola l’attenzione per le etichette alimentari. Un'indagine su 2000 persone fra i 18 e i 65 anni realizzata con il metodo Web Opinion Analysis (le analisi delle opinioni su internet), dal Polli Cooking Lab, (l'osservatorio dell'azienda toscana F.lli Polli) segnala che almeno sette italiani su dieci (precisamente il 73%) controllano le etichette degli alimenti che comprano e si assicurano che si tratti di prodotti italiani (nel 71% dei casi) che abbiano marchi di qualita' (67%), siano senza conservanti (66%) e biologici (61%).
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La vendita dei prodotti biologici al dettaglio- secondo il rapporto Ismea Bio-Retail è di 2,1 miliardi di euro. A fare la parte da leoni sono la Distribuzione moderna (ipermercati, supermercati, discount, libero servizio)
13/09/2015 09:34
La passione per cibi sani, garantiti e certificati non tramonta nello Stivale. Il biologico, nella patria del primato delle eccellenze enogastronomiche, continua ad aumentare i suoi clienti: secondo una recente stima di Ismea presentata al Sana di Bologna nell’ambito del convegno “Tutti i numeri del biologico italiano” curato da Sana, Ismea, Sinab e Nomisma il giro d’affari al consumo del bio (alimentare e non) è superiore ai 2,1 miliardi di euro nel solo canale domestico, senza considerare quindi tutto quello che passa attraverso la ristorazione, i bar, le mense e in generale il food service.
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In Italia esiste in media- segnala il rapporto Coop 2015- un ristorante internazionale ogni 320 abitanti. In Lombardia c'è un locale etnico ogni 379 persone. A frequentarli almeno due o tre volte all'anno è il 50% della popolazione
03/09/2015 14:45
"Effetto Expo" sui consumi alimentari degli italiani: uno su cinque frequenta ristoranti internazionali una volta al mese e aumenta del 18% nel 2015 la presenza di prodotti etnici nei carrelli dei supermercati del Paese. Un italiano su due, però, non riesce a trovare i prodotti che desidera nella Gdo. È quanto emerge dal rapporto Coop 2015 presentato a Milano. Secondo la ricerca condotta da Coop, la passione per il cibo etnico è trasversale lungo tutta la penisola. In Italia esiste in media un ristorante internazionale ogni 320 abitanti, con punte di 194 per la Valle d'Aosta e 216 in Liguria. In Lombardia c'è un ristorante etnico ogni 379 persone. A frequentarli almeno due o tre volte all'anno è il 50% della popolazione.
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E' quanto emerge dall'annuale inchiesta di Altroconsumo. Nel capoluogo lombardo si spendono 6.428 euro i 6.454 euro della Capitale. Nella città veneta si possono risparmiare 350 euro l'anno
31/08/2015 12:38
Verona è la città più conveniente per fare la spesa e Aosta la più costosa. Secondo l'annuale inchiesta su supermercati, iper e hard discount in 68 città italiane di Altroconsumo, nella città veneta si possono risparmiare 350 euro l'anno rispetto alla media nazionale. La rilevazione, condotta su 1.083.983 prezzi di 105 categorie di prodotti e 885 punti vendita, mostra che se in media una famiglia tipo italiana spende in un anno 6.350 euro, a Verona si scende a 5.999 euro. Seguono Arezzo (6.017) , Firenze (6.021), Pistoia (6022) e Pisa (6.040). In fondo alla classifica Aosta (6.636), Pescara (6.575), Ascoli Piceno (6.573), Palermo (6.560), citta' dove la spesa costa quindi 2-300 euro in piu' della media.
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Dalle elaborazioni sui consumi alimentari nel periodo di vacanza effettuate della Camera di commercio di Monza e Brianza emerge una drastica riduzione della spesa: si è passati da 675 euro del 1973 a 460 euro di oggi
20/08/2015 13:37
Complice la crisi cambiano i consumi alimentari degli italiani dagli anni Settanta ad oggi. Nel 1973, secondo elaborazioni dell'Ufficio Studi della Camera di commercio di Monza e Brianza su dati Istat-Aci, una famiglia riempiva il carrello del mese con circa 675 euro, quarant'anni dopo si scende a 460 euro. Si acquista meno per il pane e molto meno per la carne (rispettivamente da 84 euro mensili a 76, da 224 euro a 107). Va meglio il pesce (da 23 euro a 41). Per zucchero, caffe', te' e cacao la spesa e' equivalente: 33 euro, oggi come ieri.
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Un'indagine Coldiretti sui comportamenti alimentari dimostra che la richiesta degli avanzi della tavola è considerata dalla maggior parte dei connazionali maleducata, volgare e da poveracci. Un italiano su cinque porta i resti del pasto a casa
18/08/2015 13:48
La “doggy bag” ancora non convince totalmente gli italiani. Per una quota superiore al 25 per cento dei connazionali chiedere al ristoratore gli avanzi della tavola è da maleducati, da poveracci e volgare. Altri si vergognano a richiederla. C’è in ogni caso un italiano su cinque (20 per cento) che quando esce dal ristorante si porta almeno talvolta a casa il resto del pasto non consumato. Un 28 per cento non lascia invece alcun avanzo quando va a mangiare fuori. I dati emergono dall’indagine Coldiretti/Ixe’ sui comportamenti alimentari degli italiani nell’estate 2015.
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In occasione dell'International Beer Day Assobirra tira le somme sul comparto: con un consumo pro capite di solo 14 litri le accise, in dodici anni, segnano un +117%
07/08/2015 13:01
Nei 120 giorni della stagione calda (da metà maggio a metà settembre) il consumo medio di birra in Italia- secondo stime di Assobirra- sarà tra i 7,5-8 milioni di ettolitri. Pari al 47% delle vendite annue. Ogni italiano durante l’estate consumerà circa 13,5 litri di birra. In prima fila quella fascia di consumatori (il 10% circa) che preferisce comunque berla esclusivamente d’estate. Parliamo comunque di un consumo moderato, ovvero una bottiglia da 0,33 l. ogni 3 giorni. In armonia, quindi, con i limiti indicati dagli esperti e dal buon senso. Intanto oggi 50 Paesi e oltre 200 città celebreranno l’International Beer Day, ricorrenza che nasce nel 2007 in California e che si celebra il primo venerdì di agosto.
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Nonostante una produzione birraria in crescita del +2% rispetto al 2013- segnala Assobirra- il trend economico è in linea con quello degli ultimi dieci anni. Crescono i prodotti più economici
31/07/2015 16:50
In Italia il consumo di birra si è attestato su livelli sostanzialmente "piatti", confermando il trend degli ultimi 10 anni, nonostante una produzione birraria in crescita del +2% rispetto al 2013. Bene anche l`export, tornato a crescere del +3,5% ma rimangono alte anche le importazioni. Il settore della birra poi contribuisce per 4 miliardi ma l'elevata tassazione frena la creazione di posti di lavoro. E' quanto emerge dall'Annual Report 2014 di AssoBirra, che evidenzia l'andamento del 2014 nel settore birrario. Nell`ultimo anno, quindi, nonostante la crisi e un contesto fiscale non favorevole, la birra ha visto salire la produzione del 2% rispetto all`anno precedente (per un totale di 13.521.000 ettolitri prodotti), trainata anche dalla buona performance dell`export (+3,5%). Eppure i consumi rimangono "piatti"